La diffusione delle “puff”, ovvero le sigarette elettroniche usa e getta, ha conquistato soprattutto i più giovani, spinta dalla convinzione che si tratti di un’alternativa innocua rispetto alle classiche sigarette. Tuttavia, questa percezione di innocuità non trova conferma nella letteratura scientifica e nei dati più recenti: anche se la puff evita la combustione tipica del tabacco, non è affatto priva di rischi. Il vapore sprigionato contiene composti chimici che possono produrre effetti dannosi a breve e lungo termine sulla salute, molti dei quali ancora poco noti a causa della relativa giovinezza di questi dispositivi sul mercato.
I rischi nascosti dello svapo
Nel dettaglio, uno degli argomenti più spesso usati per presentare la sigaretta elettronica – e le puff in particolare – come soluzione “meno dannosa” riguarda l’assenza di combustione. Eliminando la combustione, infatti, si evita l’inalazione di alcune sostanze cancerogene, presenti in abbondanza nel fumo di sigaretta tradizionale. Nonostante questo, diversi studi hanno identificato nel vapore delle sigarette elettroniche una varietà di composti chimici (come propilene glicole, glicerina, aromi, metalli pesanti) che, se inalati cronicamente, possono irritare le vie respiratorie e causare cefalea, tosse, gola secca e irritazione del cavo orale.
L’indagine italiana su circa 400 “svapatori” ha mostrato che quasi la metà dei partecipanti lamentava almeno un effetto indesiderato. Ma non solo: il rischio di malattie respiratorie e danni polmonari è reale e documentato. Non a caso negli Stati Uniti, un particolare additivo presente in alcuni liquidi ha causato l’epidemia di EVALI (lesione polmonare associata all’uso di sigarette elettroniche), con migliaia di ricoveri e decine di decessi tra il 2019 e il 2020.
La tossicità acuta e i rischi a lungo termine
Sebbene le puff sembrino meno dannose delle sigarette classiche dal punto di vista della quantità di sostanze tossiche, questa non può essere considerata una prova di sicurezza. Secondo l’AIRC, esperti dell’Academy hanno rilevato che le sigarette elettroniche presentano una tossicità acuta maggiore di quella del tabacco: i prodotti con nicotina provocano dipendenza e quelli senza nicotina contengono molteplici composti chimici la cui tossicità, compresa quella combinata, è ancora poco nota per consumi prolungati negli anni. Attualmente, «non è possibile essere certi della loro sicurezza a lungo termine», motivo per cui la comunità scientifica invita a considerare le e-cig pericolose fino a prova contraria.
Molti dispositivi possono inoltre essere soggetti a malfunzionamenti, con casi documentati di esplosioni che hanno provocato ustioni e traumi fisici agli utilizzatori. Stiamo quindi parlando di una gamma di rischi che va ben oltre il solo danno chimico.
Puff vs sigaretta classica: il confronto
Dal punto di vista del rischio oncologico, la sigaretta tradizionale rimane la principale causa di tumore polmonare, enfisema, bronchiti, infarto, ictus e numerose altre patologie gravi. Il tabacco bruciato sprigiona oltre 4000 sostanze tossiche, tra cui il cromo, il catrame, il monossido di carbonio, il cianuro di idrogeno e molte altre. In questo senso, passare alla puff comporta, per il fumatore abituale, una riduzione dell’esposizione ad alcuni di questi composti.
Tuttavia, secondo gli ultimi dati il rischio di effetti collaterali o danni da esposizione alla nicotina e agli altri componenti del liquido delle puff resta concreto. Inoltre, occorre considerare che svapare e fumare insieme – scelta comune tra gli adolescenti – può quadruplicare il rischio di cancro al polmone rispetto al consumo di sole sigarette. Questo dato discende da uno studio internazionale pubblicato su Journal of Oncology Research and Therapy, che sottolinea anche come gli effetti a lungo termine delle sigarette elettroniche non siano ancora pienamente compresi.
Effetti sull’organismo delle puff rispetto alla sigaretta
L’illusione dell’innocuità e i rischi per i giovani
Le strategie di marketing delle aziende produttrici di puff puntano molto sull’immagine “sicura” e “smart” del prodotto, focalizzandosi su design accattivanti, aromi variegati e su una comunicazione che minimizza i rischi rispetto alla sigaretta classica. In realtà, tra i giovani si osserva una rapida crescita della dipendenza da nicotina, complice la facilità d’uso e la mancanza di percezione del pericolo. Soprattutto nei soggetti ancora in crescita, la nicotina espone a danni sia fisici che cognitivi (alterazioni dell’apprendimento, della memoria, maggiore vulnerabilità alle dipendenze).
Un elemento particolarmente allarmante è l’aumento del consumo multiplo: svapare per moda e fumare sigarette “solo ogni tanto” sembra una pratica diffusa, ma i dati dimostrano che le conseguenze sulla salute sono ben peggiori rispetto al consumo di un solo tipo di prodotto. In particolare, il rischio di cancro polmonare e di sviluppare malattie croniche respiratorie viene amplificato dall’esposizione combinata a sostanze diverse, che possono interagire in modo dannoso. La falsa sicurezza veicolata può quindi indurre ad abbassare la guardia, aumentando il rischio di effetti acuti e cronici.
La sigaretta elettronica come alternativa: vantaggi e limiti
Per chi fuma abitualmente, le sigarette elettroniche rappresentano un’alternativa che può ridurre l’esposizione ai prodotti della combustione, con la possibilità di scalare gradualmente la nicotina fino alla sospensione. Tuttavia, questa strategia deve essere presa con cautela e non è adatta a tutti, specie a chi ha patologie respiratorie o problemi di salute preesistenti. È fondamentale un consulto medico prima di scegliere le puff come strumento di riduzione del danno.
È necessario sottolineare anche il fatto che, al contrario di quanto spesso si crede, la sicurezza delle sigarette elettroniche non è stata dimostrata: «ad oggi, non esistono prove della loro innocuità per la salute umana», pertanto il loro uso rimane una scelta rischiosa, soprattutto tra i non fumatori e i giovanissimi. Oltre ai danni diretti si somma la dipendenza psicologica, favorita dalla facilità d’uso, dagli aromi e dai messaggi pubblicitari.
Concludendo, la puff non è un baluardo di innocuità: il suo utilizzo espone comunque a effetti dannosi, spesso poco conosciuti ma già documentati, e non può essere considerata alla stregua del non fumare. Scegliere consapevolmente significa informarsi sui rischi reali, diffidando delle narrazioni superficiali e considerando il proprio benessere nel lungo periodo.