Nel 2025 sono previste numerose novità per chi percepisce una pensione bassa, tra cui bonus, integrazioni e rivalutazioni che hanno l’obiettivo di sostenere il reddito degli anziani e coloro che hanno avuto carriere discontinue o versato pochi contributi. Le misure variano in base alla situazione personale, ai requisiti contributivi e all’età, ma negli ultimi mesi l’attenzione del governo e dell’INPS si è focalizzata proprio sul garantire una maggiore tutela sociale alle fasce più deboli della popolazione.
Bonus pensione: un incentivo per chi rimanda l’uscita dal lavoro
Quest’anno è stato introdotto il bonus pensione, una misura dedicata a chi raggiunge i requisiti per la pensione anticipata ma sceglie di continuare a lavorare. Il bonus è rivolto a chi ha maturato i contributi necessari ma non ha ancora compiuto i 67 anni, e consiste in un guadagno extra in busta paga, pari al 9,19% della retribuzione mensile. Questa cifra viene riconosciuta come “premio” e può far aumentare lo stipendio netto fino a 6.900 euro all’anno, senza modificare la base contributiva né incidere sulle tasse.pensione.
Il bonus è destinato a chi ha raggiunto il diritto alla pensione grazie a una lunga carriera, ma decide di rimanere al lavoro. Questo sostegno economico serve sia a migliorare la sostenibilità del sistema previdenziale sia a premiare chi offre ancora competenze alle aziende. L’erogazione del bonus non è automatica: bisogna presentare domanda all’INPS, che valuterà i requisiti e autorizzerà il pagamento. Il primo accredito avviene a settembre 2025 per i dipendenti privati e a novembre per i pubblici, in base alla “finestra mobile” prevista per ciascun settore.
Supplementi e integrazioni: aumenti possibili per chi ha pensioni basse
Chi riceve una pensione inferiore al minimo può richiedere l’integrazione al trattamento minimo prevista dalla legge. Nel 2025, il tetto del minimo pensionistico sale a 603,40 euro mensili (pari a 7.844,18 euro annui). Tuttavia, grazie alla manovra di bilancio, per chi riceve la pensione minima è prevista una maggiorazione aggiuntiva del 2,2% che si somma allo 0,8% della rivalutazione standard. In totale, l’assegno mensile può arrivare a 616,57 euro per 13 mensilità, offrendo così un sollievo concreto alle persone più in difficoltà.
Altri aumenti sono destinati anche alle pensioni superiori al minimo, secondo il meccanismo della rivalutazione:
- 0,8% di aumento per chi riceve fino a 2.394,44 euro lordi al mese;
- 19,16 euro più lo 0,72% per chi prende tra 2.394,44 e 2.933,05 euro;
- 23 euro più lo 0,6% per chi ha pensioni oltre i 2.933,05 euro mensili.
Chiunque abbia continuato a lavorare dopo avere raggiunto la pensione, può inoltre fare richiesta per il supplemento di pensione. Si tratta di un incremento della rendita previdenziale che si può richiedere ogni cinque anni dal pensionamento (o dopo due per chi ha superato l’età pensionabile di vecchiaia). Con questo strumento, è possibile ottenere un aumento della pensione calcolato sui nuovi contributi versati grazie all’attività lavorativa post-pensionamento.
I nuovi servizi digitali INPS per ottimizzare gli importi e recuperare arretrati
Per facilitare le richieste e il controllo degli aumenti possibili, l’INPS offre il consulente digitale delle pensioni. Questo servizio permette di verificare online il proprio diritto ai vari bonus, supplementi e integrazioni disponibili, e nel caso di errori o mancati pagamenti, consente il recupero degli arretrati fino agli ultimi cinque anni. Si accede al servizio sia con credenziali personali sia in modalità non autenticata, evitando così lunghe file al CAF o agli uffici pubblici.
Grazie a questo strumento innovativo, ogni pensionato può monitorare periodicamente la propria posizione, consultare lo storico dei pagamenti e assicurarsi di ricevere tutti gli importi spettanti senza dover attendere comunicazioni cartacee o perdere tempo con procedure burocratiche complesse.
Requisiti e condizioni: chi ha diritto ai bonus e agli aumenti
I criteri per accedere ai diversi bonus e aumenti cambiano a seconda dello strumento scelto. Per l’integrazione al minimo, occorre aver compiuto almeno 64 anni e avere un reddito annuo lordo inferiore al doppio del trattamento minimo. Per il bonus pensione destinato a chi rinvia l’uscita dal mondo del lavoro, invece, bisogna aver maturato i requisiti contributivi per la pensione anticipata o ordinaria e presentare apposita domanda, a prescindere dall’età.
Le regole sui supplementi di pensione prevedono che possano beneficiarne solo coloro che hanno continuato a versare contributi dopo il primo pensionamento. Questo consente di aumentare l’importo percepito ogni mese, con la possibilità di effettuare la domanda a seconda dell’età e del periodo trascorso dal pensionamento. Il supplemento non è automatico e va richiesto all’INPS che valuterà i nuovi contributi versati.
Infine, grazie alla rivalutazione annuale degli importi previdenziali, tutte le pensioni beneficiano di un adeguamento legato all’inflazione. Questo meccanismo agisce direttamente sugli assegni mensili, con percentuali diverse a seconda delle fasce di reddito, garantendo una tutela almeno parziale contro la perdita di potere d’acquisto dovuta al caro vita.
Le novità del 2025 si inseriscono in una strategia più ampia di supporto alle fasce deboli e di riequilibrio del sistema previdenziale, che mira a garantire maggiore equità e trasparenza tra i cittadini. Da quest’anno, con l’aiuto dei servizi digitali INPS e la semplificazione delle domande, è più facile accedere agli aumenti e ai bonus previsti, potenziando il valore complessivo della pensione e assicurando maggiore serenità economica agli anziani e a chi ha versato pochi contributi nella vita lavorativa.